È ormai un’abitudine per me, alla fine di ogni anno, prendere un grande respiro, e fermare per qualche istante questo treno ad alta velocità su cui viaggio ogni giorno.
È in questa piccola stazione, che non fa parte dell’itinerario programmato, che mi siedo sui pensieri e rifletto su ciò che è stato di un anno intero che è ormai quasi completamente trascorso, che è stato vissuto e che mi ha visto vivere.
Cresciamo e ci scopriamo, cresciamo e ci conosciamo, cresciamo e impariamo che i sogni spesso sono l’unica necessità realmente vitale in questo mondo meccanico e artificioso.
È stato un anno in cui ho scelto, ho scelto di ascoltare quello che sentivo prima solo come un rumore di sottofondo nella mia quotidianità, ho smesso di sentire per ASCOLTARE.
E ho scoperto me stesso, ho trovato ciò che avevo perso, ho di nuovo sentito di essere completo anche nella semplicità di una famiglia normale, di una vita fatta di momenti da conservare gelosamente come si fa con le foto nei portafogli che cambiano con le mode e l’usura del tempo, mentre le foto sono sempre le stesse.
Ho scoperto che i pregiudizi sono solo dei vetri sporchi e appannati da cui la città sembra grigia e triste, mentre fuori il sole la colora.
Ho scoperto che la serenità arriva quando meno te lo aspetti, ed è dentro un abbraccio e una parola detta sottovoce prima di addormentarsi.
È un anno in più che è passato, uno nuovo che sta arrivando e che voglio vivere, è un nuovo motivo per dire grazie.
Grazie a chi mi ha permesso di essere, nel bene o nel male, l’uomo che sono, che non sarà forse il meglio ma è il meglio che posso fare.
Grazie alla mia famiglia, il mio rifugio, perché loro ci sono sempre, aspettano in silenzio e in silenzio soffrono, ma abbiamo gli stessi occhi e sappiamo leggerci dentro senza parlare.
Grazie a chi mi ama e mi tratta come un figlio, l’amore non è mai troppo.
Grazie ai miei amici, a quelli che ogni mattina mi danno il buongiorno, e anche a quelli che nonostante passino i giorni senza sentirci quando ci ritroviamo è come se fossero passati pochi minuti.
Grazie a te, che sei arrivata così all’improvviso, e con i tuoi occhi chiari hai fatto entrare il sole nella mia vita, grazie perché mi hai ricordato che basta poco per essere felici, perché mi ami e ti fai amare, davvero.
Grazie a chi c’è, da poco o da sempre, a chi mi sostiene, a chi mi mette in guardia, a chi mi apprezza e a chi mi critica, a chi mi sorride e a chi non mi saluta, a chi parla troppo e a chi non parla affatto.
Grazie a chi ricorda e anche a chi è capace di dimenticare in un soffio.
Grazie a chi ogni giorno combatte per un sogno, per amore, per la musica.
Grazie a chi mi guarda dall’alto e illumina la mia strada guidandomi in questo viaggio.
Grazie perché vivo del mio lavoro e della mia passione, con onestà, amore e con tanta voglia di dare tutto ciò che posso, che è sempre molto meno di ciò che ricevo.
Grazie perché posso affacciarmi alla finestra e vedere il mio mare, perché posso sentire il calore del sole svegliarmi al mattino.
Grazie per il sushi, la granita, il Nero D’avola e il pistacchio, per tutte le cose belle che quest’anno mi ha regalato di cui anche il prossimo spero sia pieno.
A voi tutti auguro uno splendido 2016, un anno luminoso, affascinante e sereno.
Possiate volare verso i vostri sogni senza mai cadere. Amate, e mettete amore in tutto ciò che fate. L’amore ritorna, ed è l’unica certezza di questa vita, l’unica che a me interessa.
Grazie e buon 2016.
Ad Maiora Semper,

con il cuore,
Marco.